Il 28 giugno, di primissima mattina , siamo partiti da Cerea per il nostro pellegrinaggio in Terra Santa. Eravamo un bel gruppo di pellegrini.
Con qualcuno ci si conosceva di vista, con altri un pochino di più altri ancora mai visti. Il viaggio di andata tutto bene, un po' di emozione per tante esperienze nuove da affrontare.
Mi emozionava molto il sapere che avrei visto i luoghi, le strade, le vie dove LUI era stato o era passato.

Dicevo a me stessa che per amare qualcuno bisogna soprattutto conoscerlo. E quale occasione migliore era quella di poter visitare i posti dove Lui era vissuto.

Subito si rimane sconvolti dal fascino di quei paesaggi meravigliosi, quasi irreali che cambiavano continuamente. Quello che però più mi ha colpito, è stato il deserto di Giuda. Nella sua nudità il paesaggio davanti a noi era di una bellezza incredibile.
Ad un certo punto ci siamo fermati in mezzo al deserto. La guida ci ha fatti scendere dal pullman e dopo pochi passi arriviamo in un punto che lasciava scorgere davanti a noi, quasi mimetizzato dal paesaggio, un monastero aggrappato alla roccia.
Ecco che Samuele (la nostra guida) ci chiede di fare silenzio. All'improvviso, in quel nulla si sente chiara la voce della vita. Dolce, profonda, reale. Una grande pace.
Ecco, ho pensato, se si riesce a fare deserto dentro noi scopriamo la vita, scopriamo Gesù presente e vivo in noi.
Poi Gerusalemme città piena di contraddizioni ma così affascinante e Betlemme, la città di Davide, luogo dove LUI è nato.  E' stato un viaggio ricco di storia di emozioni e di momenti speciali. Leggere la Bibbia, partecipare alla messa , ora avrà un significato più profondo perchè questi luoghi ce lo hanno rivelato.
Alla fine del pellegrinaggio ci ritroviamo tutti più uniti, la condivisione di un'esperienza così forte vissuta insieme ci ha legati come fratelli e una volta ritornati a Cerea, anche se un po' stanchi , ci lasciamo con molta nostalgia.

Loredana