I ministri straordinari dell’Eucaristia sono battezzati adulti, uomo o donna, ai quali viene affidato il servizio di portare l’Eucaristia ai malati nelle loro case e di aiutare il sacerdote nella distribuzione durante la celebrazione della Messa.
Questo ministero della Chiesa è stato istituito dal Papa Paolo VI nel 1973, per dare “ai fedeli maggiore possibilità di accedere alla S. Comunione … e agli infermi la possibilità di non essere privati del grande mezzo di sollievo” che deriva dalla partecipazione all’Eucaristia.
Per poter esercitare il servizio occorre essere preparati. E’ il parroco che individua tra i fedeli, persone idonee a diventare ministri straordinari e li aiuta nel discernimento del percorso. Una volta che la persona accetta di mettersi a disposizione del Signore in questo servizio, deve partecipare ad un corso di preparazione, che per la nostra zona si tiene alla “Domus Pacis” di Legnago. Dopo il corso, si riceve il mandato (cioè l’incarico) dal parroco, con il Rito di Istituzione, durante la celebrazione della Messa domenicale. Il mandato dura tre anni ed è rinnovabile. Può essere esercitato solo nel luogo indicato dal documento di concessione (per noi è Cerea).
Nella nostra parrocchia siamo in 25 ministri straordinari dell’Eucaristia, comprese due suore dell’Istituto Sacra Famiglia. Oltre ad aiutare i sacerdoti a distribuire l’Eucaristia durante le Messe, ad ognuno di noi sono stati affidati alcuni malati ed anziani, ai quali portiamo l’Eucaristia, preferibilmente di domenica o il primo venerdì di ogni mese. Ecco come questo avviene: il ministro partecipa alla Messa e dopo la benedizione finale, va all’altare e riceve dal sacerdote o dal diacono, la teca con le particole consacrate che porta subito ai malati nella loro casa. In questo modo il fratello malato che riceve l’Eucaristia, è immesso nella invisibile ma reale comunione con la comunità celebrante, è unito ad essa ed è sostenuto dall’amore e dalla preghiera dei fratelli.
A casa del malato si segue il Rito di Comunione, con l’atto penitenziale, la lettura della Parola di Dio, la recita del Padre Nostro, l’invocazione all’Agnello di Dio e una preghiera finale di ringraziamento. C’è sempre un momento di ascolto del malato e di condivisione delle sue gioie e dei suoi dolori.
Il servizio che svolgiamo è carico di significato perché doniamo e portiamo il Signore Gesù. E’ lui il Salvatore e noi non possiamo che adorarLo con stupore.
Perché fare questo servizio? Ci sentiamo chiamati a servire il Signore nei fratelli più deboli e fragili. E’ Cristo che nell’Eucaristia ci unisce a Sé e agli altri in un solo Corpo. Da qui parte il nostro “portarLo” agli altri.
Chiediamo al Signore la grazia di essere segno visibile del Suo amore verso i sofferenti di oggi, ricordando queste parole del Rito di Istituzione: “Poiché distribuirete agli altri l’Eucaristia, sappiate esercitare la carità fraterna, secondo il precetto del Signore, che nel dare in cibo ai discepoli il suo stesso corpo, disse loro: Questo è il mio comandamento, che vi amiate l’un l’altro, come io ho amato voi”.
I ministri straordinari dell’Eucaristia vengono riuniti dal parroco, 2 o 3 volte all’anno, in chiesa o alla casa della Gioventù. In questi incontri si prega insieme, si fanno presenti le attenzioni necessarie per svolgere al meglio il servizio e si aggiorna l’elenco dei malati.