La nostra comunità parrocchiale si fa carico ogni anno della preparazione dei giovani fidanzati al matrimonio.
A tutti coloro che non intendono il periodo del fidanzamento una stagione della loro vita che scorre senza una propria identità ben precisa, ma un tempo di crescita e di responsabilità dove attivarsi per una reciproca e profonda conoscenza, un confronto valoriale, una progettualità che superi l’immediatezza per proiettarsi verso un futuro da pensare e costruire insieme, viene offerta dunque questa opportunità.
Non tanto quindi, come da più parti viene inteso, un obbligo che permetta l’ottenimento di un attestato tale da consentire l’accesso al matrimonio sacramento, ma un’esperienza gioiosa di crescita, condivisa con gli altri partecipanti, con la finalità di costruire la loro relazione, conoscere meglio se stessi e il loro partner, prendere coscienza dell’importanza della scelta che si sta compiendo.
Se proprio di obbligo vogliamo parlare, è un obbligo che dovrebbe nascere dal senso di responsabilità di ciascuno nella consapevolezza che l’avventura (il matrimonio) che si sta progettando richiede preparazione e non improvvisazione, come e forse di più di qualsiasi altra impresa della vita.
E poi, se il matrimonio sacramento rientra nei progetti dei giovani aspiranti, giungeranno a scoprire che Dio guida la nostra vita in un disegno e un progetto che è più grande di noi. Egli è presente nella nostra relazione fin dal primo bacio che ci siamo scambiati perché l’amore sgorga da Dio e a Lui conduce. Questo riconoscimento faciliterà la disponibilità alla gratitudine, alla speranza e all’impegno di mantenere e far crescere sempre più l’amore che li lega. Sposarsi in chiesa inoltre, significa scegliere di diventare segno dell’amore di Dio per gli uomini, la coppia dunque, è chiamata a diventare non solo il luogo dove Dio mostra di amare e di perdonare, ma anche la continuità concreta del suo amore e del suo perdono.