Nel pieno svolgimento dell'Anno della Fede, aperto dal suo predecessore Benedetto XVI, Papa Francesco, nella continuità del ministero petrino affidatogli, ha promulgato la sua prima enciclica: “Lumen Fidei”. Essa è un appello all'uomo di oggi a ritrovare la gioia di credere, a lasciarsi ancora illuminare dalla luce della fede nel Dio di Gesù Cristo, da quella luce che gli uomini da soli non possono darsi e che Dio dona con larghezza a chi la chiede: “È urgente recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo. Perché una luce sia così potente, non può procedere da noi stessi, deve venire da una fonte più originaria, deve venire, in definitiva, da Dio. La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro. La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo.
[...]La fede nel Figlio di Dio fatto uomo in Gesù di Nazaret non ci separa dalla realtà, ma ci permette di cogliere il suo significato più profondo, di scoprire quanto Dio ama questo mondo e lo orienta incessantemente verso di Sé; e questo porta il cristiano a impegnarsi, a vivere in modo ancora più intenso il cammino sulla terra. Quando l’uomo pensa che allontanandosi da Dio troverà se stesso, la sua esistenza fallisce (cfr Lc 15,11-24). L’inizio della salvezza è l’apertura a qualcosa che precede, a un dono originario che afferma la vita e custodisce nell’esistenza.”
Il recupero della fede è l'urgenza per gli uomini del nostro tempo e a questa missione siamo chiamati tutti noi cristiani:
“La luce di Gesù brilla, come in uno specchio, sul volto dei cristiani e così si diffonde, così arriva fino a noi, perché anche noi possiamo partecipare a questa visione e riflettere ad altri la sua luce, come nella liturgia di Pasqua la luce del cero accende tante altre candele. La fede si trasmette, per così dire, nella forma del contatto, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma. I cristiani, nella loro povertà, piantano un seme così fecondo che diventa un grande albero ed è capace di riempire il mondo di frutti.”
La lettura delle bellissime pagine di questa enciclica ci conferma nella convinzione che l'Anno della Fede che stiamo vivendo non è solo un anno celebrativo chiuso in se stesso ma deve costituire l'inizio di una stagione nuova nella Chiesa, una stagione in cui viviamo la decisa consapevolezza che come Chiesa non possiamo fare altro che evangelizzare.