L’anno catechistico, per i ragazzi delle elementari e medie, si è concluso venerdì pomeriggio 16 maggio 2014, con un momento di preghiera insieme nella Chiesa di San Zeno, seguito da giochi preparati dagli animatori nell’area adiacente la chiesa. I sacerdoti hanno augurato ai ragazzi di saper trascorrere il tempo libero dell’estate costruendo sulla roccia che è Cristo.
Noi catechiste, alla fine di quest’anno trascorso con i ragazzi al catechismo, abbiamo partecipato alla Messa serale concelebrata da don Giuseppe e don Zeno, martedì 20 maggio, presentando al Signore, le fatiche, le delusioni, i momenti lieti, vissuti con i ragazzi a noi affidati.
In questa celebrazione eucaristica, sacerdoti e catechiste insieme, abbiamo elevato a Dio, un profondo senso di gratitudine per quanto vissuto, ricevuto e donato in quest’anno catechistico.
L’omelia del parroco ci ha aiutate a rinnovare il nostro impegno in questo servizio:
Mentre i giorni passano diventa più grande la consapevolezza che siamo stati guardati da Qualcuno che, come ha detto agli apostoli nel Vangelo di oggi e dice anche noi: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.” (Giovanni 14,27)
E’ una cosa commovente che nella nostra vita Qualcuno ci dia questo messaggio: “Vi do la mia pace”. “La mia”, non quella del mondo. E’ una cosa grande che Qualcuno si ricordi di noi, dell’inquietudine del nostro cuore e che ci guarda così, assicurandoci la sua presenza. In questo abbraccio di pace si comprende che essere catechisti vuol dire non essere soli. Il catechista è l’amico del Signore che proclama la gloria del suo regno, è commosso dallo sguardo del Signore e ne proclama la notizia, affinché tanti altri diventino Suoi amici; senza la Sua presenza è difficile essere catechisti.
Il Papa ha detto ai Vescovi: ”Come si può fare i Vescovi senza la memoria del Signore?”
Come si può essere catechisti senza fare continuamente memoria del Signore, del suo sguardo di pace, che ci rende in grado di affrontare tutto, anche il principe di questo mondo? Non c’è nemico che possa reggere la potenza di un amico così.
Nella Prima lettura, (Atti degli Apostoli 14,19-28) Paolo è impegnato nel primo viaggio missionario, partito da Antiochia, dove ritornerà e dove, con alcuni discepoli, erano stati affidati alla grazia di Dio. La partenza è sempre questa, il mandato è sempre questo: affidamento alla grazia di Dio. Poi nel cammino si incontrano molte difficoltà, ma su tutto, conta più la grazia di Dio. Hanno cercato di lapidare Paolo, ma a Antiochia non si lamenta di chi ha cercato di farlo morire e racconta come Dio, per mezzo loro, ha aperto i pagani alla fede. Racconta le meraviglie del Signore che gli permette di affrontare tutto. Noi non dobbiamo lamentarci, pensare alle delusioni, ma concentrarci su quanto abbiamo visto, il Signore e la sua opera, che apre la porta del cuore ai nostri bimbi, ai nostri ragazzi. Papa Benedetto ha detto: “Cos’è necessario per smuovere l’intimo di ogni uomo?” Cosa serve per andare a toccare le corde giuste di ogni bimbo e ragazzo? Innanzitutto coltivare l’amicizia col Signore, testimoniare lo sguardo di pace con cui Cristo ha cambiato noi e può cambiare tutti, perché la verità e la gloria del Signore siano annunciate. Liberi dall’esito che non è mai automatico ma nelle mani di Dio, perché chi incontriamo sia affidato alla sua grazia. Chiediamo a Maria che la nostra vita sia coinvolta nel dono della sua pace, che la viviamo e la facciamo trasparire in noi, possa accadere che “gli uomini arrivino a conoscere le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno”, come recita il Salmo della Messa.
E’ seguita una breve verifica dell’anno trascorso e un dialogo alla luce di alcuni passi dell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. E, per finire, una buonissima pizza tutti insieme!